Il 12 maggio scorso suor Elvira ci ha scritto una lunga lettera sulla situazione che la Repubblica Centrafricana sta vivendo e un ringraziamento per i tanti sostenitori che la supportano.

Nella cittadina di Berberati, dove si trova la Fraternità Kizito da lei fondata, non ci sono atti di violenza ma c’è molta tensione tanto che è diventato pericoloso per gli abitanti raggiungere la vicina città di Kenzou in Cameroon, punto commerciale e di scambio. I viveri scarseggiano, non circola denaro. Le piccole attività commerciali delle famiglie e dei ragazzi di Kizito, dopo un po’ di sollievo dato dalla Giornata Internazionale dell’Alimentazione che si è svolta a Berberati, sono di nuovo in difficoltà.

Kizito continua ad essere il punto di riferimento per tutti coloro che soffrono. Dai primi di dicembre 2016, esattamente da quando suor Elvira è tornata in Centrafrica dopo un breve soggiorno in Italia, Kizito ha fatto fronte a tantissime situazioni, le più svariate. Intanto continuano anche le attività e i progetti della Fraternità: il centro di formazione “Nemesia” per le ex ragazze-soldato, la fabbrica di mattoni per i ragazzi più grandi nel villaggio di Wotoro, i cosidetti Kota-Kizito. Nessuno riconosce l’operato di Kizito o come dice Elvira: “Fanno finta di non riconoscere. Esigono, pretendono, reclamano: l’ufficio delle Tasse, quello dei Servizi Sociali, l’ufficio del Lavoro, il Comune. Noi siamo un’organizzazione nazionale, riconosciuta ufficialmente dallo Stato, abbiamo una convenzione, siamo senza scopo di lucro, non abbiamo finanziamenti pubblici. Fiumi di parole che incontrano un muro. Insomma qui è solo Kizito che vive e fa vivere anzi sopravvivere! Continueremo a vivere, ad agire, a gridare, a dare voce a chi non ha voce, a sostenere e soprattutto a sperare.”

A oggi circa trenta coppie di Kizito hanno già accolto più di cento minori, divenuti loro figli. Si tratta di un percorso di recupero per i ragazzi che così abbandonano la strada della violenza e intravedono finalmente un progetto di vita. La Fondazione Un Raggio di Luce Onlus sostiene sia i bisogni delle famiglie, dal cibo all’assistenza sanitaria, che percorsi formativi per i ragazzi nei campi dell’agricoltura e dell’artigianato, che funzionano anche come alternativa al carcere minorile, per il reinserimento nella società.