Durante l’ultima settimana abbiamo assistito a fatti che definire penosi e contro ogni principio di umanità è il minimo che si possa fare.

Il consigliere comunale di Forza Italia Jacopo Bojola non ha trovato di meglio da fare che strappare i fazzoletti rossi che Non Una di Meno, movimento che si batte contro ogni forma di violenza di genere, aveva annodato alla ringhiera del Pozzo del Leoncino sulla Sala per ricordare le vittime di femminicidio.

La giustificazione è stata, ci sarebbe da piangere se non facesse ridere, che si ripristinava l’integrità di un bene pubblico e si eliminava il degrado.

Al di là dell’atto, che la dice lunga sullo spessore umano della persona che lo ha portato avanti, sono la povertà culturale e l’assoluta aridità umana ad impressionare.

Il Bojola si è fatto vanto di aver “ripulito” il monumento, una ringhiera installata nel 2019 a protezione del vero manufatto storico, e, cosa ancora più incredibile, ha trovato la solidarietà di Azzurro Donna, le donne di Forza Italia, che hanno sostenuto che si trattasse appunto di “rendere la sua integrità a un bene pubblico”.

L’unica loro preoccupazione è stata, dopo una naturale e scontata riaffermazione della solidarietà alle vittime di femminicidio e della lotta contro la violenza alle donne, di aiutare il loro compagno di partito a uscire da una situazione molto pesante che aveva, anche con orgoglio, creato e pubblicizzato.

Come dire “meglio sbagliare dentro il partito che avere ragione fuori dal partito” come sostenevano gli odiati comunisti negli anni della guerra fredda.

E’ in pratica il sostegno al patriarcato da parte delle stesse donne, in questo caso di destra, che pur di difendere “un compagno che sbaglia”, tanto per riprendere ancora gli odiati comunisti, non esitano a sostenere l’insostenibile, offendendo la coscienza civile di tutti coloro che, prima che di destra o sinistra, si definiscono esseri umani.

Care amiche, solo la lotta comune e l’unità fra di voi, di ogni colore e passione politica, potrà ottenere qualcosa in momenti come l’attuale, in cui la reazione scomposta del patriarcato cerca di impedire la riaffermazione dei diritti delle donne e l’eliminazione della loro sudditanza all’uomo.

Come Fondazione Un Raggio di Luce sosteniamo da tanti anni l’emancipazione delle donne e il loro “empowerment” nel mondo, anche in situazioni in cui tradizioni culturali maschiliste e violenza fisica sono all’ordine del giorno, e ci fa male vedere in casa nostra le donne dividersi per meschine ragioni di partito.

Avete la possibilità di cambiare le cose, ma se non prendete coscienza che solo attraverso un movimento unitario, un’azione comune potete incidere sulla realtà, allora sprecherete una grande occasione.

Detto questo, speriamo che torniate a parlarvi, donne di destra e di sinistra, e che non si debba mai più assistere al fatto che difendiate uomini con idee e concetti impresentabili che per di più offendono la memoria di quelle di voi che sono rimaste vittime della violenza di, non uomini, parola ancora di grande e potente significato, ma semplicemente, maschi che credono ancora di poter dire “sei mia”.

Paolo Carrara

Presidente

Fondazione Un raggio di Luce

STAMPA:

La Nazione